Via ferrata Brigata Tridentina-Torre Exner (2450mt) dal passo Gardena (1950mt)

PERIODO: agosto 2016
DIFFICOLTA’: EEA
VALUTAZIONE: ****
PREPARAZIONE FISICA/TECNICA: *** / TORRE EXNER: ****
TEMPO TOTALE ITINERARIO: 3 h salita + 2 h discesa dalla Val Setus (sentiero attrezzato parziale)
DISLIVELLO: 500 mt
RIFUGIO DI RIFERIMENTO: Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù (2585mt)
CONSIGLIO: essendo una ferrata molto famosa e frequentata, è consigliabile salirla durante giorni feriali oppure al mattino molto presto o sera.


Partenza dal parcheggio alla ferrata Tridentina

Partenza dal parcheggio alla ferrata Tridentina

…mia zia Andreina qualche anno fa festeggiava i suoi 80 anni e decisi di preparare come regalo un album fotografico, in cui veniva raccolta tutta la sua vita, raccontata per immagini. Andai a casa sua di nascosto e, rovistando nella scatola di scarpe consunta che odorava di cartone vecchio e un po’ammuffito, che lei utilizzava come “raccoglitore”, mi venne in mano una fotografia in bianco e nero un po’ scolorita, di quelle con il margine dentellato, nella quale zia era immortalata, appesa ad una parete di roccia abbastanza verticale… non esistevano gli imbraghi all’epoca e lei era assicurata al cavo da una corda che le cingeva la vita, vestita con un maglione di lana grossa e pantaloni di velluto alla moda dell’epoca ..sorrideva soddisfatta…
Successivamente, quando le consegnammo l’album e rivide quella foto, le sue labbra furono illuminate

Passaggio esposto

Passaggio esposto ma sempre bene protetto

dallo stesso sorriso, e mi disse:” Vale, a voi che piace arrampicare… dovete fare la Tridentina!”
… questo è stato l’inizio della nostra escursione… seguendo il suggerimento della mia amata zia… grazie davvero!
Dopo aver raggiunto un grado sufficientemente buono di arrampicata e un discreto allenamento in vie ferrate Nelson ed io abbiamo deciso di affrontarla… quale modo migliore poi di festeggiare un compleanno?
Siamo partiti da Trieste nel pomeriggio di un venerdì piovoso, con l’idea di dormire al parcheggio situato poco sotto il Passo Gardena, per essere pronti ad attaccare la ferrata nelle prime ore del mattino. Da veri avventurieri, ci siamo attrezzati di sacchi a pelo e cappellini di lana pronti per “dormire” in un contesto non propriamente “estivo”: la giornata era stata molto piovosa e la temperatura era scesa di parecchi gradi, credo che fosse andata addirittura sottozero… in auto faceva freddissimo! Per qualche ora di riposo, comunque, il limitato “comfort” dei sedili della nostra Qubo, andava più che bene! Alle 6 del mattino udiamo delle voci … persone che si stavano già muovendo per attaccare la ferrata … ma chi aveva voglia di balzare fuori dal tepore del sacco a pelo per venire attanagliato dalla gelida arietta mattutina! Comunque sia alle 6.30 eravamo pronti anche noi, in marcia verso la Tridentina!
Al parcheggio le indicazioni per la ferrata sono molto chiare, inoltre, è presente un grande pannello, dove sono indicati tutti i percorsi che conducono al Rifugio Cavazza: il sentiero n.666 della val Setus (consigliato per la discesa), la Via Ferrata Brigata Tridentina, e il sentiero n.651-676 lungo la Val di Mesdi (ampiamente sconsigliato, in quanto a tratti franato, mancante di cavi di assicurazione, e trascurato nella sua manutenzione).
Per raggiungere l’attacco della ferrata si offrono 2 opzioni: risalire il sentiero ghiaioso verticalmente seguendo le indicazioni e poi si svolta a sinistra per una sorta di rettilineo dirigendoci verso la cascata, oppure, dal parcheggio seguire il sentiero a sinistra, che conduce ad un breve tratto attrezzato, per guadagnare quota. Entrambi i sentieri raggiungono l’effettivo attacco della Tridentina.
Noi abbiamo optato per il sentiero in salita, in modo da scaldarci le gambe gradatamente ed avere il tempo di svegliarci… considerando che eravamo anche senza un goccio di caffè in corpo… Una bellissima cascata ricca d’acqua fa da cornice all’attacco della Via Ferrata

Torre Exner

Torre Exner

Brigata Tridentina, dove è visibile anche la targa commemorativa in bronzo. Sin dalla partenza l’impressionante guglia della Torre Exner domina sopra le nostre teste, pinnacolo roccioso di grande imponenza, che osserva dall’alto lo scalatore lungo tutta l’ascesa, quasi a voler controllare che il percorso venga svolto con umiltà e nel pieno rispetto delle regole della montagna!
La roccia è molto buona, per nulla scivolosa e ben appigliata, per quanto, già dalla partenza, agevolata dalla presenza di pioli o staffe metalliche nei tratti di parete più consumati. Nella prima parte il percorso non risulta particolarmente esposto, si prosegue su una cresta panoramica, da cui si gode la vista della splendida Val Badia. In questo tratto la via si sviluppa sul lato destro della cascata, e, personalmente, mi è risultato molto rilassante salire accompagnata dal piacevole rumore dell’acqua che scorre. Man mano, che si guadagna quota, aumenta anche l’esposizione e si trovano nuovamente scalette e pioli che ci aiutano a superare le parti più verticali. Si prosegue verso la Gola Rio Pisciadù, dove le pendenze diventano più lievi fino ad un certo punto dove si procede addirittura camminando. Siamo circa a metà del percorso, ma il tratto più difficile è quello finale, quindi bisogna andare piano risparmiando le forze… e c’è ancora da attendere prima di “gridar vittoria”! Dopo aver superato un bel traverso, ed alcune belle roccette, troviamo un bivio con un cartello: si tratta dell’ultima possibilità di abbandonare la ferrata e proseguire su facile sentiero fino al rifugio. In alternativa, continuando dritti, ci si avventura ad affrontare il tratto più verticale ed impegnativo della Tridentina: la Torre Exner, che si conclude con il suggestivo

Ponte sospeso

Ponte sospeso

PONTE SOSPESO sulla profonda gola.
Il nome resta un’incognita, nel senso che di Exner famosi nella storia ho trovato un criminologo, un fisiologo esperto in fonologia ed un designer statunitense… nessuno di loro, però, legato in alcun modo alla montagna… Torre con un nome che desta, quindi, ancora più curiosità … ma fondamentalmente… superba!
Per chi si sentisse stanco, o con poche riserve energetiche, consiglierei di abbandonare la ferrata al bivio e continuare su sentiero … in quanto la Torre sfida un po’ le proprie forze… per chi se la sentisse, invece, ora sta per cominciare la parte più emozionante e fisica del percorso!
Dopo il bivio si attacca subito molto in verticale, la salita è intramezzata dalla presenza di scalette particolarmente esposte e ripide. Si giunge così ad una strettoia: in questo tratto si trovano buoni appigli per le mani e appoggi per i piedi, che sono da sfruttare, in modo da non doversi trainare utilizzando solo il cavo e la forza delle braccia. Si tratta di una bella arrampicata con piedi e mani buoni e, per quanto molto frequentata (in alcuni tratti si forma una sorta di processione…), la roccia non risulta mai né troppo liscia né unta.
Alla fine delle rampe di scalette bisogna aggirare una sporgenza e, dopo alcune roccette, finalmente, si apre davanti a noi la suggestiva vista del PONTE SOSPESO, che permette di superare l’abisso racchiuso tra la Torre Exner ed il tratto di parete verticale del massiccio, che rappresenta l’ultimo passaggio attrezzato della via.
Siamo così arrivati alla fine della Tridentina, da qui in poi, un semplice sentiero, che attraversa un altipiano roccioso, ci condurrà fino al Rifugio Cavazza, dove ci attende un bel piatto caldo di brodo e canederli!

Rifugio Piscadù

Arrivo Al Rifugio Piscadù con vista sul Sass Lec e Cima Piscadù

Per la DISCESA, abbiamo preso la Val Setus, caratterizzata da un primo tratto di sentiero attrezzato, a tratti abbastanza ripido, che poi si trasforma in un sentiero ben segnato, che segue un ghiaione sviluppato all’interno di una gola molto chiusa. Il panorama da questa parte è molto ridotto, in quanto, ci si trova letteralmente chiusi tra le alte pareti di roccia, e come vallata cosi arida e rocciosa è davvero molto suggestiva. Per quanto questa sia considerata la via normale, non è comunque da sottovalutare, in quanto, abbastanza ripida e scoscesa. Il tempo impiegato nel percorrerla in discesa è di circa 2 h /2 h e mezza.
CONSIDERAZIONI: decisamente la Tridentina è una delle più belle ferrate che abbiamo mai fatto, sia per la varietà dei passaggi in parete, sia per la cura con cui è stato tracciato ed attrezzato il percorso, sia per i panorami strepitosi ed i colori surreali, che regalano le Dolomiti del Gruppo del Sella. Alba e tramonto sono spettacolari… le pareti si colorano di una tonalità arancio, quasi prendessero fuoco!
L’unico inconveniente è che, essendo molto frequentata, meglio scegliere con attenzione l’orario di partenza, noi suggeriamo o la mattina molto presto, oppure la sera, in alternativa i giorni infrasettimanali!

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